Cookie Consent by Free Privacy Policy website Obbligatori i dischi Brembo da 340 mm per affrontare le forti decelerazioni di Motegi
ottobre 10, 2017 - Brembo

Obbligatori i dischi Brembo da 340 mm per affrontare le forti decelerazioni di Motegi

Al GP #giappone tante curve lente ostacolano il raffreddamento dei freni delle MotoGP


Una settimana dopo la Formula 1 anche la #motogp sbarca in #giappone per il 15° appuntamento del Mondiale, in programma dal 13 al 15 ottobre al Twin Ring #motegi. Costruito dalla Honda nel 1997, è situato sulle colline che circondano la città di #motegi, sull’Isola di Honshū, la più grande del Paese.

Il nome Twin Ring deriva dall’unione dei termini inglese Twin e tedesco Ring e serve ad indicare la presenza su quest’area di due tracciati: un ovale e un circuito stradale che si intersecano fra le curve 5-6 e 11-12.

Naturalmente, le #motogp utilizzano il circuito stradale che è contraddistinto da poche curve veloci e moltissime lente, intervallate da rettilinei di media lunghezza: sono addirittura 7 le curve affrontate dalle #moto a meno di 100 km/h.

Proprio l’abbondanza di curve da seconda marcia lo rende fin dal suo primo impiego nel Mondiale, nel 1999, uno dei più impegnativi per i freni complice la difficoltà di raffreddare i dischi tra una staccata e l’altra.

Il buon grip offerto dal fondo perfetto inoltre migliora la coppia frenante scaricata a terra e di conseguenza aumenta le sollecitazioni a cui sono sottoposti i freni. Per queste ragioni il regolamento della FIM impone, esclusivamente per questa pista, l’uso dei dischi da 340 mm.

Secondo i tecnici #brembo che assistono il 100 per cento dei piloti della #motogp 2017, il Twin Ring #motegi rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 5, valore identico a Sepang e a due piste europee.

L’impegno dei freni durante il GP

Ben 10 delle 14 curve del Twin Ring #motegi richiedono l’impiego dei freni e per 5 di queste l’utilizzo supera i 4 secondi. Ciò spiega i 35 secondi al giro di funzionamento dell’impianto frenante, equivalente al 33 per cento della gara, percentuale record del Mondiale a pari merito con Jerez.

La presenza di 3 frenate di modesta entità (da 41 a 94 metri l’una) abbassa la decelerazione media che si ferma sugli 1,1 g. comunque superiore al valore fatto registrare dalla Honda Civic Type R in frenata da 100 a 0 km/h.

Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva #brembo del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore supera i 12 quintali: in pratica l’equivalente di 25 esemplari del robot ASIMO progettato dalla Honda ed esposto nel museo interno al Twin Ring #motegi.

Le frenate più impegnative

Delle 10 frenatedel circuito 3 sono considerate altamente impegnative per i freni; mentre 4 sono di media difficoltà e 3 sono light.

La più stressante per l’impianto frenante e i piloti (1,5 g di decelerazione) è la
curva 11 a 90 gradi: le #motogp vi arrivano a 308 km/h e frenano per 5,2 secondi necessari a scendere a 86 km/h. In questo intervallo di tempo i piloti esercitano un carico sulla leva di 7,6 kg mentre le #moto percorrono 263 metri e la pressione del liquido freno #brembo HTC 64T schizza a 13,2 bar.

Decelerazioni di 1,4 g si registrano invece alle curve 1, 3 e 5: quest’ultima in particolare si contraddistingue per lo sforzo richiesto al pilota (7,9 kg sulla leva) e al liquido frenante (13,6 bar) necessari per frenare da 270 km/h a 76 km/h in 4,9 secondi e 222 metri.

I valori sono più contenuti alla curva 3 ma comunque superiori alla media delle altre curve del tracciato: lo spazio di frenata è di 211 metri in un tempo di 4,4 secondi per una diminuzione di velocità di 177 km/h (da 271 km/h a 94 km/h).