Cookie Consent by Free Privacy Policy website MotoGP - Campinoti: "Pramac Racing è l'ambasciatrice della nostra azienda. E il Mugello il nostro Maracanà”
aprile 28, 2015 - Pramac

MotoGP - Campinoti: "Pramac Racing è l'ambasciatrice della nostra azienda. E il Mugello il nostro Maracanà”

Quattordici stagioni consecutive in MotoGp fanno di Pramac un'azienda pionieristica nella classe regina del motociclismo mondiale. E il mese di Maggio si concluderà con il Gran Premio d'Italia al Mugello. Praticamente il GP di casa per il gruppo di Casole d'Elsa.

"Credo sia la stessa sensazione che prova un brasiliano quando gioca al Maracanà" scherza Paolo Campinoti, Ceo di Pramac e Team Principal di Pramac Racing.

Nel 2002 l'azienda di famiglia ha legato il proprio marchio a quello del MotoGp. E ben presto la scuderia ha assunto il ruolo di ambasciatrice mondiale del gruppo.

"Un veicolo per diffondere e sostenere la nostra immagine nel mondo – spiega Campinoti. E allo stesso tempo un momento di altissimo esercizio tecnologico. Il meglio delle energie della nostra azienda sono proiettate in una competizione planetaria di altissimo livello. Siamo orgogliosi di aver creato una struttura come questa che in termini di continuità è senz'altro una tra le più longeve dell'intero MotoGp".

Nel 2007 il podio conquistato da Alex Barros proprio al Mugello dove nella scorsa stagione Andrea Iannone ha stabilito con la Ducati Desmosedici GP14 di Pramac Racing il record mondiale di velocità transitando sul rettilineo del traguardo a 349,6. Km/h. E la storia non finisce qui. Perché sul primo podio del 2015 in Qatar, con il pilota di Vasto c’era anche Pramac.

“Andrea quest’anno non corre per noi ma è come se fosse rimasto. Siamo molti felici di sponsorizzarlo personalmente nella sua grande avventura in Ducati. Questa è la dimostrazione del nostro affetto. Ma sia chiaro: il terzo posto non ci basta. Aspettiamo di vederlo sul gradino più alto!”.    

Dal 2006 Pramac Racing ha stretto un forte legame con Ducati. 

“Un rapporto fondamentale per noi. Siamo orgogliosi di essere parte integrante del progetto di una grande azienda come Ducati. Logicamente con l’arrivo di Gigi Dall’Igna c’è stato un salto di qualità straordinario: è riuscito a mettere tutti i tasselli al posto giusto. Noi crediamo di poter contribuire allo sviluppo della casa attraverso il nostro ruolo. Siamo un team dove i giovani possono formarsi e ciò che ha fatto Andrea Iannone è un esempio lampante” 

Quasi tre lustri di esperienza per poter raccontare come è cambiato il Motogp nel nuovo millennio.

“Il nostro team migliora anno dopo anno dopo essere riuscito a tenere botta durante stagioni molto complesse. Per questo un sentito ringraziamento va a Carmelo Ezpeleta e a Dorna per il fondamentale sostegno che ha permesso a molti team di superare la crisi.  Adesso il MotoGP vive di ottima salute. Gli ascolti e l’attenzione stanno crescendo anche rispetto alla Formula 1. E con le modifiche al regolamento che saranno introdotte dalla prossima stagione ci sarà da divertirsi”.

Intanto il divertimento torna in Europa dove l’atmosfera è diversa tra le hospitality del paddock.

“L’hospitality è l’espressione di una grande famiglia. Durante il week end di gara è bello socializzare. E’ ancora un ambiente molto vero, trasparente, familiare. Lo stress inevitabile per la corsa viene attutito da momenti di relax. Una sensazione da grande comitiva: ti sfidi in pista e poi ti ritrovi insieme a bere un bicchiere di vino la domenica sera. Un’atmosfera straordinaria”.

Nella passata stagione le tribune del Mugello erano gremite dalla gente di Pramac.   

“E sarà così anche quest'anno. L’azienda vive con grande passione l’avventura del motomondiale. Ed al Mugello la nostra rappresentanza è sempre molto numerosa”

Prima, però, Jerez e Le Mans.

“E’ inutile girarci intorno. Sarò contento se riusciremo a chiudere tra i primi 10 sia con Hernandez che con Petrucci. Sono due ragazzi straordinari con cui ho un ottimo rapporto. Ma non sono intrusivo durante i week end. Alla gestione del team pensa Francesco Guidotti che ha fatto un lavoro straordinario nel creare una struttura che lavora all’unisono: da chi lava le carene, a chi pensa all’elettronica, ai piloti che rappresentano la squadra in pista. Tutti sanno che devono dare il massimo e sono coscienti di essere pedine fondamentali per ottenere il risultato”.